Il consumo di pesce rappresenta la principale fonte di esposizione al metilmercurio. Sappiamo infatti che questa sostanza è ormai presenti in tutti i tipi di pesce, e sembra purtroppo che possa avere effetti negativi sullo sviluppo neurologico e comportamentale dei bambini.
Gli studi delle autopsie, suggeriscono che il mercurio possa causare alterazioni nello sviluppo del cervelletto, così come gli studi eseguiti con gli ultrasuoni, per misurare la grandezza del cervelletto nei bambini nati da madri che avevano elevati livelli di mercurio nel corpo.
Da uno studio sulla concentrazione di mercurio nei capelli umani, risulta che il consumo di una scatoletta di tonno alla settimana fa schizzare i livelli di mercurio nel corpo così in alto, da diventare 3 volte quelli delle persone che per le linee guida, sono considerate fortemente contaminate.
Così, i corpi delle donne con questi livelli di mercurio sono considerati fortemente contaminati, ma l’assunzione di una piccola quantità di tonno in scatola, può far superare i nostri livelli enormemente.
Si potrebbe pensare che i livelli fissati come eccessivi siano in realtà troppo bassi. Ma non è quello che sembrano suggerire gli studi: Le ricerche hanno dimostrato che i bambini nati da madri con i livelli più alti di mercurio nei capelli, avevano il cervelletto fino a un 14% più piccolo che quelli nati da madri con livelli di mercurio più bassi.
Gli studiosi hanno concluso che l’esposizione prenatale a quelli che potrebbero essere considerati bassi livelli di metilmercurio, sembrano influenzare lo sviluppo dl cervello, causandone una diminuzione di dimensione.