Il cancro al colon è una delle tipologie di cancro più diffuse al mondo. Le popolazioni africane, costituiscono un’eccezione riguardo a questa patologia, poichè vengono colpite da questa malattia raramente. Sebbene queste popolazioni abbiano in gran parte abbandonato la loro alimentazione tradizionale, ricca di frutta e vegetali, hanno comunque mantenuto una dieta con un basso introito di proteine e grassi animali.
Questo, secondo gli studiosi, spiegherebbe perché i tassi di questa patologia in Africa siano il 50% in meno rispetto agli Stati Uniti e alla maggior parte dei paesi occidentali.
Al di la delle statistiche, i ricercatori hanno voluto fare un esperimento per vedere quale fosse la differenza tra le cellule del colon di pazienti americani (caucasici e afroamericani) e quelle di pazienti africani, analizzando le cellule prelevate con biopsia.
La velocità con cui le cellule crescono può essere predittiva per la patologia tumorale. Infatti, maggiore è la velocità di proliferazione delle cellule, maggiore è il rischio di cancro al colon, e minore la possibilità di sopravvivenza in caso di malattia.
Le cellule dei pazienti africani, rispetto a quelle degli americani, mostrano un bassissimo tasso di proliferazione, praticamente nullo.
Guardando le condizioni di salute dei pazienti americani, gli studiosi hanno riscontrato che la maggior parte di essi, soffriva di polipi, diverticoli ed emorroidi, mentre gli africani risultavano di gran lunga più sani. L’unica cosa che li rendeva diversi, era la dieta.
Ma perché un’alimentazione più ricca di proteine animali dovrebbe aumentare il rischio di cancro?
Se analizziamo il processo digestivo, scopriamo che una parte delle proteine che mangiamo non viene digerita, e finisce nel colon.
Se ad esempio consideriamo l’albume dell’uovo, una percentuale tra il 5 e il 35% delle sue proteine non viene digerita, in questo modo arriverà nel colon dove andrà incontro a putrefazione.
Durante questo processo di decomposizione si formano prodotti come ammoniaca e solfuro di idrogeno, che oltre ad emanare un odore sgradevole, possono causare delle mutazioni nel DNA delle nostre cellule, aumentando il rischio di cancro.
È stato stimato che i batteri del colon, delle persone che seguono una dieta occidentale standard, nel corso di una vita, possono rilasciare un quantitativo di ammoniaca uguale a quello contenuto in migliaia di litri di prodotti per la pulizia di vetri e spray multiuso.
Le concentrazioni di ammoniaca, nel colon di persone che seguono una normale dieta occidentale, sono tali da poter distruggere le cellule e causare alterazioni del loro DNA, aumentando il rischio di proliferazione cellulare.
Gli studiosi hanno misurato che un aumento dell’introito proteico giornaliero di 64g, ottenuto aumentando il consumo di carne, può far raddoppiare i livelli di ammoniaca nel colon, ma dopo una sola settimana di dieta a base vegetale l’ammoniaca diminuisce drasticamente.
Questo perché i batteri che producono ammoniaca diminuiscono, o smettono di produrla.
Sappiamo infatti che la tipologia e l’attività enzimatica dei batteri intestinali può essere influenzata dall’alimentazione.
I broccoli ad esempio, aumentano gli enzimi detossificanti nel fegato.
Questi enzimi (UDP-glucoronil transferasi) chiamati enzimi di seconda fase, detossificano i farmaci e le sostanze chimiche, facendo in modo di renderle inattive, così che siano innocue quando giungono nell’intestino per essere eliminate.
Il benzopirene che si forma nella carne, durante la cottura alla griglia, è una sostanza cancerogena, e viene inattivato proprio da questi enzimi di seconda fase.
Se gli enzimi prodotti dal fegato, disattivano le sostanze nocive, come mai, il benzopirene, è considerato ancora responsabile del cancro al retto?
Gli studiosi hanno scoperto che alcuni batteri presenti nell’intestino producono enzimi con un’azione inversa a quella detossificante del fegato. In pratica questi enzimi annullano l’effetto degli enzimi detossificanti, riattivando le sostanze tossiche che giungono nell’intestino. Così, prima di essere eliminate definitivamente dal nostro corpo, queste sostanze hanno il tempo di creare danni al nostro organismo.
Che cosa possiamo fare allora, per ridurre la presenza di sostanze tossiche nel nostro organismo?
Gli studiosi hanno visto che una settimana di dieta vegana crudista (con solo alimenti vegetali crudi) può far diminuire l’attività di questi enzimi “sabotatori” del 30%, mentre una normale dieta vegetariana, in un mese, può ridurre l’attività di questi enzimi del 70%.
Il mio consiglio è, ancora una volta, quello di basare la vostra alimentazione su una dieta a base vegetale, riducendo l’assunzione di proteine animali.
Questo vi permetterà di ridurre la concentrazione delle sostanze putrefattive (ammoniaca, solfuro di idrogeno) che come abbiamo detto, causano danni alle cellule del colon. Inoltre, un’alimentazione ricca di fibre, migliorerà la flora batterica intestinale, facendo si che le sostanze nocive detossificate, non si riattivino, e la concentrazione di cancerogeni nell’intestino si riduca drasticamente.