I sostenitori delle diete a basso contenuto di carboidrati e della paleodieta, basano i loro ragionamenti sul fatto che questo tipo di diete manterrebbero i livelli della nostra insulina bassa.
Un’eccessiva produzione di questo ormone, secondo molti sarebbe la radice di ogni male, e in effetti avere alti livelli di insulina nel sangue non è una buona cosa, non solo per il diabete di tipo 2 ma anche per il rischio di cancro che risulta maggiore del 10% nei pazienti con iperinsulinemia.
Quindi, poiché i carboidrati innalzano i livelli di insulina, dovremmo basare la nostra alimentazione principalmente su alimenti di tipo proteico, come la carne.
Una bistecca non contiene carboidrati, ma solo proteine e grassi, quindi non dovrebbe aumentare l’insulina. Ma questo è falso!
Sappiamo ormai da mezzo secolo che se diamo ad una persona della carne, di qualsiasi tipo, la sua insulina aumenta. I carboidrati stimolano la secrezione di insulina, ma lo fanno anche le proteine.
Nel 1997 venne pubblicato uno studio in cui si misurava l’indice insulinico degli alimenti. Gli studiosi hanno classificato i 38 cibi che maggiormente fanno aumentare i livelli di insulina nel nostro organismo, e quello che risulta lascia sorpresi.
Paragonando una grossa mela, con i suo zuccheri semplici, una tazza di avena ricca di carboidrati, un piatto di spaghetti in bianco, una porzione di manzo e mezzo filetto di salmone, ciò che sembra alzare maggiormente i livelli di insulina nei pazienti è la carne. Non importa di quale tipo di carne si tratti, non vi è differenza tra manzo, pollo, o maiale, tutti determinano un picco insulinico equivalente a quello dei prodotti da forno.
Quindi se l’insulina è la radice di ogni male come asseriscono i sostenitori delle diete a basso contenuto di carboidrati, non è certo mangiando più carne che riusciremo ad abbassare questo ormone.
I vegetariani e i vegani hanno livelli di insulina significativamente più bassi rispetto ai mangiatori di carne, circa un 50% più bassi.
Se prendiamo una persona qualsiasi, uomo, donna, giovane o vecchio, magro o grasso, e la mettiamo a dieta vegetale, possiamo vedere una significativa riduzione del livello di insulina in appena 3 settimane. Ma se aggiungiamo alla dieta semplicemente un po’ di albume, possiamo aumentare la produzione di insulina del 60% in 4 giorni.
Com’è possibile che dando a queste persone carboidrati in quantità doppia di quella che mangerebbero comunemente, possiamo far scendere i loro livelli di insulina?
Perché non hanno dato a queste persone carboidrati raffinati, biscotti o prodotti industriali, ma cibi completamente vegetali, cereali integrali, fagioli, frutta e verdure.
Che cosa succede invece se diamo a qualcuno una dieta a basso contenuto di carboidrati come la dieta Atkins? Secondo i sostenitori della diete a basso tenore di carboidrati, i livelli di insulina dovrebbero scendere. Ma in realtà non si registra nessuna significativa diminuzione dei livelli di questo ormone.
Quello che invece si registra è un aumento significativo dei livelli di colesterolo LDL, il fattore di rischio principale per la patologia cardiaca.
Che la dieta Atkins non funzioni bene è ormai assodato. Il Dr. Atkins stesso, secondo i referti medici, aveva problemi di ipertensione e sovrappeso che lo avrebbero portato alla morte.
Ma che cosa succede con la Paleodieta?
Questo tipo di alimentazione ha sicuramente degli aspetti positivi, come quello di eliminare i latticini, i dolci e il cibo spazzatura, per incentivare il consumo di frutta, verdura e semi oleosi ed eliminare la maggior parte del cibo raffinato.
Ma un nuovo studio mostra risultati piuttosto allarmanti.
Gli scienziati hanno monitorato un gruppo di giovani in salute, a cui hanno dato una dieta Paloelitica unita ad un intenso programma di attività fisica (Crossfit).
Ora, se si perde abbastanza peso facendo esercizio fisico, è possibile vedere una temporanea riduzione del proprio colesterolo, indipendentemente da quello che si mangia. Questo accade anche per le persone che perdono peso a seguito di una patologia, o della chemioterapia, o per l’uso di droghe, in ogni caso, una riduzione del peso corporeo è associata ad una diminuzione dei livelli di colesterolo.
Ma, questi giovani dopo 10 settimane di intensa attività fisica e perdita di peso, mostravano un aumento nei loro livelli di colesterolo LDL, e la situazione era peggiore per quei soggetti che avevano iniziato l’esperimento con livelli di colesterolo ottimali. In questi casi LDL era aumentato di un 20% e il colesterolo buono HDL era diminuito.
Si suppone che l’esercizio fisico aumenti il colesterolo buono e non il contrario.
Ma in questi casi la Paleodieta ha avuto effetti così negativi sui grassi presenti nel sangue, da controbilanciare gli effetti positivi normalmente presenti con l’attività fisica e il dimagrimento.
Con un modesto esercizio fisico costante, come il camminare ed una dieta completamente vegetale, in sole 3 settimane è possibile far diminuire il colesterolo cattivo LDL di un 20% e i livelli di insulina del 30% nonostante una dieta con carboidrati al 75-80%, mentre la dieta Paleolitica sembra distruggere gli effetti benefici dell’esercizio fisico.