Molte persone sono convinte che il cancro al seno e il cancro in generale siano questione di cattiva sorte e di una genetica predisponente. Ma se guardiamo i dati, vediamo una cosa sorprendente: l’87% delle donne con una diagnosi di tumore al seno, non ha neppure un parente di primo grado con tumore al seno, e in una coppia di gemelli identici, che hanno lo stesso DNA, se uno dei due sviluppasse il tumore al seno, l’altro avrebbe solo il 20% delle probabilità di sviluppare la malattia. Esattamente come accade tra due sorelle non gemelle.
Quindi sappiamo per certo che il DNA non è la causa principale di questa malattia, ma riguarda solo il 5-10% dei casi. Esistono mutazioni genetiche ereditarie che possono predisporci alla malattia, ma nella maggior parte dei casi il cancro al seno non è di origine ereditaria.
I dati ci dicono anche che meno di un 5% dei casi di tumore al seno riguarda persone che apparentemente non dovrebbero sviluppare questa malattia. Sono soggetti sportivi che sembrano avere uno stile di vita sano, impeccabile, e nessuna familiarità con la malattia, eppure ne vengono colpiti.
Il restante 80-90% dei tumori al seno però, non riguarda la genetica o la cattiva sorte, ma dipende da molteplici fattori che possono essere controllati. Questi fattori sono dieta e nutrizione, consumo di alcol, sedentarietà, obesità, stress, terapia ormonale sostitutiva e tossicità ambientale.
Tutti questi fattori riguardano lo stile di vita, e possono essere controllati ogni giorno.
Ogni volta che mangiamo, ogni volta che scegliamo di stare seduti sul divano anziché fare esercizio, ogni volta che permettiamo a qualcuno o a qualche situazione di farci sentire arrabbiati, frustrati o depressi e ogni volta che esageriamo con l’alcol, facciamo delle scelte che hanno un peso sulla nostra salute e in modo particolare sulla probabilità di sviluppare questa malattia.
Tutti questi fattori sono importanti, ma il più importante sembra essere la dieta. Eppure a molti pazienti non vengono date indicazioni alimentari precise, neppure quando sono sottoposti a chemioterapia. Probabilmente perché gli stessi dottori, spesso, sono in sovrappeso e non danno troppo peso a ciò che mangiano. E’ come con le sigarette.
Alcuni anni fa, non si credeva che il fumo potesse causare il cancro ai polmoni, e infatti non era infrequente vedere persino i medici fumare disinvoltamente. Ma quando gli studi hanno dimostrato una forte correlazione tra il fumo e il cancro, il numero dei medici fumatori è crollato rapidamente. E oggi ai pazienti viene detto che smettere di fumare è la scelta migliore per i loro polmoni e per il loro sistema cardiovascolare.
La stessa cosa, sta accadendo con il cibo. Fino a pochi anni fa, la maggior parte dei medici non dava gran peso alla dieta. Infatti nelle scuole di medicina, ai futuri medici non viene insegnato molto riguardo alla nutrizione. Ma gli studi hanno iniziato a mostrare l’importanza che la dieta più avere sulla nostra salute e longevità, e le cose stanno cambiando.
La dieta e nutrizione
Nel 1990 il Dr. Dean Ornish pubblicò i risultati di uno studio sul Lancet, la più prestigiosa rivista scientifica del mondo. Lo studio riguardava gli effetti di una dieta a base vegetale e a basso tenore di grassi, su pazienti affetti da grave coronaropatia. L’angiografia iniziale dei pazienti, mostrava arterie quasi completamente occluse. Ma dopo alcuni mesi di dieta, l’esame mostrava un fatto fino ad ora mai visto: l’occlusione dei vasi arteriosi era regredita nei pazienti che avevano seguito la dieta. Mentre i pazienti che non l’avevano seguita non avevano avuto alcun miglioramento. La dieta a base vegetale, aveva fatto regredire la cardiopatia come nessun farmaco aveva mai potuto fare, e i dati vennero pubblicati.
Ciò che mangiamo conta, perché influenza quello che accade all’interno del nostro corpo. Ad esempio, una dieta ricca di zuccheri, alcol, proteine e grassi animali, fa aumentare il livello degli estrogeni nel nostro corpo, aumenta i fattori di crescita cellulari e l’infiammazione.
L’80% dei tumori al seno è nutrito da estrogeni. Una dieta sbagliata può quindi stimolare la proliferazione cellulare e l’angiogenesi. cioè la capacita del tumore di sviluppare nuovi vasi sanguigni, attraverso cui potrà essere nutrito e potrà diffondersi nel corpo.
Al contrario una dieta ricca di prodotti vegetali ha mostrato di avere effetti protettivi per la nostra salute. Alcuni alimenti come le crucifere, i frutti di bosco, i funghi, la curcuma, i semi di lino e la soia hanno mostrato di essere particolarmente anti-cancerogeni.
La soia ad esempio, grazie alla presenza di isoflavoni (fitoestrogeni) protegge i tessuti estrogeno sensibili dall’azione degli estrogeni. Inoltre abbassa il livello di questi ormoni nel corpo inibendo l’enzima aromatasi. L’aromatasi è prodotto in gran parte dalle cellule adipose e converte gli ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali in estrogeni. Questo è il motivo per cui anche le donne in menopausa possono essere colpite da tumori estrogeno sensibili.
L’assunzione di 3 tazze di soia al giorno per un mese, da parte di un gruppo di donne in pre-menopausa, ha mostrato di abbassare il livello di estrogeni del 30-80% ( a seconda del periodo del ciclo). Tutte le donne hanno avuto questa riduzione. e il livello degli ormoni è rimasto constante per 3 mesi, anche se avevano interrotto l’assunzione del latte.
La soia ha mostrato di avere un effetto sovrapponibile a quello del farmaco Tamoxifene, ma con nessun effetto collaterale.
L’alcol
L’alcol oltre a far aumentare il livello degli estrogeni, crea una sostanza cancerogena: l’acetaldeide. Questa sostanza si forma anche se mettiamo una sostanza alcolica in bocca e dopo poco la sputiamo. L’acetaldeide, inibisce l’enzima MTHFR che converte l’acido folico in metafolato. Il metafolato circolando nel corpo ripara di danni del nostro DNA, proteggendoci dal cancro. Per questo l’alcol è uno dei fattori che aumentano il rischio per il tumore al seno.
Un bicchiere al giorno aumenta il rischio del 10%, due del 30% , tre del 40% e così via. Se guardiamo i numeri, questo non è una grande valore, ma si somma ad altri fattori di rischio che possono essere presenti nella nostra vita, come ad esempio lo stress.
Lo stress
La connessione mente-corpo è piuttosto ovvia. Le emozioni possono farci arrossire, sudare e possono persino accelerare il nostro battito cardiaco. Questo accade perché il nostro corpo risponde agli stimoli nervosi rilasciando ormoni e altre sostanze. Quando soffriamo di stress cronico la nostra digestione è inibita, il corpo è infiammato e il sistema immunitario debole. Si riduce il numero delle cellule Natural Killer, quei linfociti capaci naturalmente di distruggere le cellule tumorali. Uno studio ha mostrato che le donne colpite dal cancro al seno in fase 1-2, che vivono in una condizione di disagio sociale, senza il supporto morale di una famiglia, di amici o del conforto della fede hanno il 58% in più di possibilità di morire nella prima decade, rispetto a donne che godono del supporto di una comunità e del conforto religioso.
Sedentarietà e obesità
Le donne colpite da tumore al seno che fanno regolare esercizio fisico, hanno un rischio minore di ricadute e un maggior tasso di sopravvivenza. Gli esperti consigliano almeno 20-30′ di esercizio fisico al giorno. L’esercizio fisico offre molteplici vantaggi per la salute e tra questi c’è sicuramente il controllo del peso corporeo.
L’obesità è il principale fattore di rischio per il cancro, secondo solo al fumo.
L’obesità e il sovrappeso aumentano il rischio di cancro al seno perché il tessuto adiposo produce l’enzima aromatasi che converte gli ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali in estrogeni, quindi, un eccesso di tessuto adiposo è spesso correlato ad un eccesso di ormoni.
Terapia ormonale sostitutiva
In uno studio del 2002 condotto su 16.000 donne in post menopausa a metà delle donne venne data una terapia ormonale sostitutiva, somministrando estrogeni e progesterone, mentre all’altra metà delle donne venne dato il placebo. Le donne con terapia ormonale sostitutiva mostrarono un aumento del 26% di cancro al seno, più attacchi di cuore e più casi di demenza rispetto alle donne con placebo. Avevano però meno fratture ossee e meno cancro al colon, tuttavia a causa degli elevati rischi di indurre il cancro al seno, non si ritenne etico continuare l’esperimento e lo studio venne interrotto prima del tempo.
In seguito alla pubblicazione di questi dati, la metà delle donne negli Stati Uniti (più di tre milioni) eliminò la terapia ormonale sostitutiva e le diagnosi di cancro, quell’anno, diminuirono del 7%, un risultato mai visto prima.
La terapia ormonale sostitutiva non è sempre da evitare, ma dovrebbe essere considerata con attenzione, valutando vantaggi e svantaggi per ogni singolo caso. Per i classici sintomi della menopausa, come le vampate di calore, il sudore notturno, le variazioni di umore ecc, esistono integratori naturali, come Menopause Miracle che migliorano questi sintomi nella quasi totalità delle donne.
Referenze: