Mai come in questi ultimi tempi, le persone sono alla ricerca di notizie confortanti riguardo a possibili terapie per il cancro.

Sempre più spesso si sente parlare di alimentazione per prevenire e a volte curare la patologia tumorale. La dieta che viene consigliata maggiormente da oncologi ed esperti  sembra essere  la  dieta a base vegetale.

Veramente una dieta può aiutarci a combattere il cancro?

 

Negli ultimi tempi, la fondazione di ricerca Pritikin ha pubblicato una serie di eleganti studi, di semplici esperimenti che riguardano l’alimentazione e i tumori. Ecco di cosa si tratta:

Gli scienziati hanno preso in esame 2 gruppi di uomini. Ad un gruppo hanno dato una dieta a base vegetale, e all’altro una dieta americana standard. Dopo un anno di osservazione,  è stato prelevato a ciascun paziente un campione di sangue che è stato messo a contatto con delle cellule cancerogene cresciute su una piastra Petri (un piccolo contenitore cilindrico trasparente, usato per colture cellulari).

Le cellule tumorali in crescita erano quelle del cancro alla prostata, il più diffuso tra gli uomini.

L’esperimento ha mostrato che il sangue di chi segue una dieta a base vegetale combatte il cancro circa 8 volte meglio, sopprimendo la crescita tumorale di un 70%, mentre il sangue di chi segue una dieta americana standard solo per un 9%.

 

La fondazione di ricerca Pritikin ha deciso di ripetere l’esperimento, questa volta prendendo in esame un gruppo di donne e usando delle cellule di tumore al seno (3 tipi di cellule cancerose diverse). Questa volta però, gli scienziati hanno deciso di non aspettare un anno intero per vedere gli effetti della dieta, ma soltanto 2 settimane.

Che cosa può fare una dieta vegetale in sole 2 settimane?

Prima della dieta a base vegetale, le cellule cancerose  mostrano una crescita del 100%. Ma dopo la dieta il sangue rallenta la crescita di queste cellule maligne, ora del 10% ora del 20%. Il sangue di queste donne ha acquisito la forza di rallentare e fermare la crescita del cancro dopo sole 2 settimane di dieta vegetale!

Non solo il tumore viene rallentato, ma il grafico che mostra l’apoptosi (morte cellulare) indica una mortalità delle cellule tumorali del 25-30% .

 

Va sottolineato che in entrambi gli esperimenti, oltre alla dieta, i pazienti eseguivano quotidianamente 30′-60′ di camminata all’aperto. Potrebbe allora sorgere il dubbio che i benefici siano dovuti all’esercizio e non alla dieta.

Per questo gli scienziati, hanno ripetuto l’esperimento considerando questa volta 3 gruppi di persone che per 14 anni avevano seguito un certo stile di vita: sedentari che seguivano una dieta americana standard, sportivi che si allenavano strenuamente ogni giorno ma seguivano sempre una classica dieta americana, e per finire dei vegani che camminavano 30′ al giorno.

Il sangue del gruppo che si allenava intensamente 1 ora ogni giorno, ha mostrato una certa capacità di combattere il cancro ma non può competere con il sangue di un vegano che passeggia all’aria aperta.

La capacità di uccidere le cellule cancerose è circa il doppio per i pazienti con una dieta a base vegetale.

Ma che ne è dei sedentari a dieta americana standard?

Anche il sangue di un poltrone che mangia patatine e hamburger non è completamente indifeso, ma la sua capacità di distruggere le cellule tumorali è davvero scarsa.

 

Ma come può una singola dieta rendere il sangue umano così inospitale verso il cancro?

La risposta sembra essere IGF-1.

L’IGF-1 è un ormone, un fattore di crescita cellulare prodotto dal fegato, che ha il compito di indurre la proliferazione e lo sviluppo cellulare. È coinvolto in ogni fase di crescita del cancro: ampliamento, metastasi, infiltrazione.

La sua produzione viene stimolata da un eccessiva assunzione di proteine (specialmente animali) e di calorie.

Quando IGF-1 è in eccesso nel sangue, il nostro corpo produce delle proteine chiamate IGFBP-1.

Queste proteine prodotte dal fegato, hanno il compito di legare l’ IGF-1 in eccesso ed evitare  che agisca sui tessuti dove stimolerebbe la proliferazione cellulare.

Le proteine IGFBP-1 sono come un freno di emergenza nel nostro corpo, ma un’alimentazione scorretta può davvero mettere in difficoltà questo meccanismo di difesa. Per questo è importante mantenere bassi i nostri livelli di IGF-1.

Gli studi ci dicono che dopo solo 11 giorni di dieta vegetale il corpo può essere riprogrammato per ridurre la produzione di IGF-1.

Più mangiamo bene e lo facciamo a lungo termine, più i nostri livelli di IGF-1 si abbassano.

Gli esperti raccomandano di diminuire il consumo di prodotti animali per far abbassare i valori di questo ormone, ma quanta carne, pesce, uova e latticini in meno dobbiamo mangiare?

 

Prendiamo in esame uno studio in cui sono stati misurati i livelli di IGF-1 di tre diversi gruppi di persone: Carnivori, vegetariani (che consumavano latticini e uova) e vegani.

Solo questi ultimi hanno livelli significativamente più bassi di IGF-1.

I vegetariani li hanno  un po’ più alti dei carnivori, forse a causa di un eccessivo uso di latticini.

Stessa cosa per le IGFBP-1: solo i vegani hanno quantità significativamente maggiori di proteine per legare l’eccesso di IGF-1.

 

Questo studio era stato fatto su delle donne, ma per gli uomini è la stessa cosa. Anche se gli uomini che seguono una dieta vegana tendono ad avere livelli di testosterone più alti (il testosterone promuove il tumore alla prostata), tuttavia risultano più protetti dal cancro, probabilmente grazie ai loro bassi livelli di IGF-1 .

 

Quindi che siamo uomini o donne, sembra che non sia sufficiente fermarsi ad una dieta vegetariana per avere degli effetti positivi. Per avere significative riduzioni di IGF-1, che promuove la crescita del cancro, bisogna orientarsi verso una dieta totalmente a base vegetale, che sarà in grado di proteggerci profondamente da questa e da molte altre patologie.

Parlerò della corretta dieta a base vegetale in un nuovo post.