La fibromialgia è una sindrome difficile da diagnosticare che colpisce il 5 % della popolazione mondiale. E’ caratterizzata da una ampia varietà di sintomi che non sembrano essere correlati tra loro.
Un paziente affetto da questa malattia infatti può manifestare colon irritabile, cistite interstiziale, depressione, insonnia, stanchezza, ansia, difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e dolore.
Poiché i sintomi sono molto eterogenei, e possono appartenere anche ad altre patologie, la diagnosi di fibromialgia viene fatta per esclusione delle patologie che possono avere sintomi simili, o che possono portare a dolore muscolo scheletrico cronico, come le varie forme di artriti, malattie dei muscoli, anemia falciforme, ecc.
Il sintomo più rilevante della fibromialgia è comunque il dolore. Questo può insorgere inizialmente in un punto specifico del corpo, come lo stomaco, il volto o il bacino, e nei mesi o anni successivi diffondere a tutto il corpo.
La causa
Fino a qualche anno fa questa patologia era sconosciuta anche da molti medici; infatti è solo negli ultimi 20 anni che questa malattia è stata studiata e compresa.
La causa della malattia è ancora sconosciuta ma gli studi condotti fino ad ora hanno evidenziato che nei pazienti affetti da fibromialgia c’è un malfunzionamento del sistema di regolazione del dolore a livello del sistema nervoso.
Il dolore è un meccanismo di allarme del nostro corpo, è regolato dal sistema nervoso e ci avverte che qualcosa non sta andando bene in modo che possiamo porre rimedio.
Le persone che soffrono di fibromialgia sembrano più sensibili a ogni sorta di stimolo, il tatto, il freddo il caldo, il prurito, la luce luminosa, i rumori, gli odori, le sostanze chimiche. Percepiscono queste cose amplificate, e spesso iniziano a manifestare reazioni avverse a farmaci e sostanze ( alimenti, profumi, detergenti ecc.) alle quali prima erano indifferenti.
Oltre alle aree del cervello deputate al controllo del dolore, possono essere interessate anche altre aree, ad esempio quelle che controllano l’umore, il sonno, e la concentrazione. La depressione è un sintomo molto comune nelle persone che soffrono di fibromialgia, così come l’ansia, la stanchezza, la mancanza di concentrazione e di memoria.
Poiché il cervello cerca di gestire il dolore diffuso, c’è un aumento di oppioidi prodotti dal corpo stesso, come la dinorfina, o le endorfine. Queste molecole hanno il compito di spegnere il dolore, ma nelle persone affette da fibromialgia, le vie attraverso cui queste sostanze dovrebbero raggiungere i centri dolorosi, sembrano non funzionare. Questi meccanismi di regolazione del dolore sono fortemente dipendenti da un neurotrasmettitore chiamato serotonina, che risulta essere carente nei pazienti affetti da fibromialgia.
Esiste una cura?
Al momento non esistono cure per la fibromialgia , ma ci sono molte cose che si possono fare per gestire meglio i sintomi della malattia, come esercizio fisico, igiene del sonno, mangiare sano, tecniche di riduzione dello stress e di meditazione.
In modo particolare negli ultimi anni, si è scoperto che l’esercizio fisico è un buon metodo per ricondurre il sistema di gestione del dolore ad uno stato normale. Le persone con dolore articolare e muscolare che soffrono di fibromialgia hanno bisogno di praticare esercizi di stretching, di potenziamento, aerobico e di rilassamento. L’esercizio fisico ricondiziona il corpo a percepire il dolore in modo corretto. E’ importante però procede in modo molto graduale.
In alcuni casi la terapia fisica deve essere accompagnata da terapia psicologica per aiutare il paziente a gestire i sintomi legati all’umore o alla privazione di sonno. Una delle terapie più efficaci è risultato essere la Terapia Cognitiva Comportamentale.
Per quel che riguarda i farmaci, poiché la fibromialgia dipende da un mal funzionamento della gestione del dolore da parte del sistema nervoso, vengono usati farmaci che inibiscono o aumentano l’attività di certi neurotrasmettitori come glutammato e serotonina, implicati nell’insorgenza e gestione delle sensazioni dolorose.
L’enorme produzione di oppioidi endogeni non è di aiuto nella risoluzione del problema, per questo a volte vengono usati farmaci come il Naltrexone, che inibiscono l’azione di queste sostanze. Alcuni pazienti sperimentano qualche beneficio con l’uso di CBD oil, ma altri non notano alcuna differenza.
La dieta
Diverse diete sono state testate in pazienti affetti da fibromialgia:
Dieta A basso tenore FODMAP (Oligo e Monosaccaridi fermentabili e polioli )
Per 8 settimane i pazienti hanno seguito una dieta in cui sono stati eliminati
- Latticini
- Cereali ad eccezione del riso
- Frutta secca, frutta ad eccezione di fragole, agrumi, kiwi, banana e ananas
- Verdure ad eccezione di pomodori, lattuga, carote, cetriolo, cavolo e zucca
Al termine delle 8 settimane i pazienti hanno riscontrato un miglioramento del dolore muscolo scheletrico, rispetto al gruppo di controllo che non aveva seguito la dieta.
Dieta vegana:
- Senza carne, uova, latte e latticini o altri prodotti di derivazione animale.
I pazienti che hanno seguito la dieta vegana per 3 mesi, rispetto al gruppo onnivoro, hanno mostrato una significativa riduzione della percezione dolorosa. Il miglioramento scompariva non appena i pazienti tornavano alla dieta onnivora. ( lo studio Kaartinen at all del 2000 però, non è randomizzato controllato).
Dieta senza glutammato monosodico e aspartame:
Questa dieta seguita per 3 mesi non ha mostrato miglioramenti significativi nella percezione del dolore. ( Studio randomizzato e controllato, pubblicato nel 2014 da Vellisca e Latorre)
Dieta mediterranea arricchita di triptofano e magnesio:
I pazienti affetti da fibromialgia mostrano sintomi di depressione, ansia e disturbi del sonno. I disturbi dell’umore potrebbero essere legati alla carenza di serotonina che è stata riscontrata in questi pazienti. La serotonina è un neurotrasmettitore che viene prodotto a partire da un aminoacido: il triptofano.
Questo aminoacido è il precursore della serotonina ma anche della melatonina, l’ormone che regola il sonno.
Anche la carenza di magnesio è associata a disturbi psichici e della percezione del dolore.
Quindi gli studiosi hanno arricchito la dieta mediterranea di un gruppo di donne affette da fibromialgia, con l’ aminoacido triptofano e con il magnesio ( 60 mg di triptofano e 60 mg di magnesio) e l’hanno confrontata con una dieta senza integrazione. Dopo 16 settimane, questo studio ( randomizzato e controllato) non ha riscontrato nessun miglioramento sulla qualità del sonno.
Tuttavia, le donne che seguivano la dieta mediterranea con integrazione di magnesio e triptofano, hanno mostrato un miglioramento della depressione, dell’ansia, e della sensazione di stanchezza.
L’integratore migliore per fibromialgia
Nel 2003 uno studio pubblicato dalla Mayo Clinic ha evidenziato che il 93% dei pazienti presi in esame, presentava una severa carenza di vitamina D. In un altro studio è stato dimostrato che il 90% dei pazienti con integrazione di questa vitamina, avevano un miglioramento delle condizioni cliniche. Sebbene ci siano ancora dei dubbi sui benefici dall’uso di questa vitamina, sembra che i pazienti ne traggano beneficio, per questo oggi viene consigliata la sua integrazione.
Conclusioni
La fibromialgia è una malattia complessa che non può essere affrontata soltanto con un approccio farmacologico. E’ necessario che si segua una via olistica che comprenda anche dieta, esercizio fisico, gestione dello stress e dell’ansia con meditazione e supporto psicologico. In questo modo si eviterà che la malattia progredisca.
Sebbene non esista ancora una dieta specifica per questa malattia, molti pazienti mostrano miglioramenti significativi adottando una dieta più sana, che prevede l’eliminazione di alcuni alimenti, che possono variare da paziente a paziente ( glutine, latticini, FODMAP ecc. ).
Come la dieta, anche l’attività fisica ha mostrato di apportare significativi benefici.
Riferimenti:
- Warner AE, Arnspiger SA. Diffuse musculoskeletal pain is not associated with low vitamin D levels or improved by treatment with vitamin D. J Clin Rheumatol. 2008 Feb;14(1):12-6.
- Clauw DJ. Fibromyalgia and related conditions. Mayo Clin Proc. 2015 May;90(5):680-92.
- Matthana MH. The relation between vitamin D deficiency and fibromyalgia syndrome in women. Saudi Med J. 2011 Sep;32(9):925-9.
- A low fermentable oligo-di-mono saccharides and polyols (FODMAP) diet reduced pain and improved daily life in fibromyalgia patients