Il Dr. T. Colin Campbell è uno scienziato di fama internazionale, docente di Nutrizione Biochimica alla Cornell University.

Ha lavorato per più di 20 anni in varie Commissioni di ricerca della National Academy of Science, partecipando alla stesura delle politiche nutrizionali sulla salute e sulla nutrizione. Da 50 anni si occupa di ricerca in campo nutrizionale ed è considerato uno dei massimi esperti in questo campo.

 

Nel 1967 si trovò a lavorare nelle Filippine come coordinatore di più di 100 centri che avevano lo scopo di risolvere la malnutrizione tra i bambini. In quel periodo, esisteva tra gli scienziati la convinzione che le proteine animali fossero il più sacro tra i nutrienti e che la malnutrizione e le patologie dei bambini filippini, fossero la conseguenza di una carenza proteica. Lo scopo del Dr. Campbell e dei suoi colleghi era quello di far sì che tutti i bambini ricevessero un quantitativo di proteine adeguato, uguale a quello dei bambini americani.

Sempre in questo periodo il Dr. Campbell scoprì che negli ospedali erano presenti bambini di 5 anni colpiti da una forma di tumore al fegato insolita per l’età giovanile. I bambini non erano molti, ma avevano solo 4 o 5 anni e questo particolare insospettì il Dr. Campbell che volle approfondire l’argomento. Risultò che i bambini malati provenivano da famiglie ricche, con un’alimentazione simile a quella occidentale che garantiva loro una dose di proteine uguale a quella dei bambini americani.

Risultò anche che il tumore era causato dall’alfatossina, una sostanza cancerogena prodotta da alcune muffe che colpiscono le granaglie, il mais e le arachidi. Proprio le arachidi ammuffite, non potendo essere usate al naturale, venivano usate per produrre il burro di arachidi. Così i barattoli contaminati dall’alfatossina, arrivavano ai bambini.

 

Nello stesso periodo in India era stato condotto un’esperimento in cui sembrava che l’alfatossina provocasse il cancro solo nei ratti con diete ricche di protine (20%) mentre non sembrava avere alcun effetto su quelli con una dieta povera di questi nutrienti (al 5%).

Incuriosito da questo risultati, il Dr. Campbell iniziò a studiare lo sviluppo del tumore al fegato in relazione al quantitativo di proteine assunte. Ecco in breve alcuni suoi esperimenti:

 

Campbell somministrò a 2 gruppi di ratti dell’alfatossina. Poi ad uno dei due gruppi fece seguire una dieta in cui le proteine erano il 20% delle calorie totali, e all’altro gruppo una dieta al 5% di proteine, il tutto per 3 settimane.

Sul fegato degli animali nutriti con il 20% di proteine, comparvero delle lesioni precancerose che rapidamente si trasformano in un tumore vero e proprio. Nel gruppo al 5% invece, le lesioni progredivano molto lentamente, e praticamente nessuna diede luogo ad un tumore.

Come nell’esperimento indiano, la dieta più ricca di proteine promuoveva la crescita tumorale.

 

In un secondo esperimento, dopo aver somministrato ai ratti l’alfatossina, diedero loro una dieta al 20% di proteine e osservarono la progressione delle lesioni precancerose sul fegato, poi passarono ad una dieta al 5% di proteine, e videro un brusco calo nella progressione delle lesioni. Poi ritornarono con la dieta al 20% e le lesioni avanzarono nuovamente.

Il cancro di accendeva e spegneva in funzione della quantità di proteine somministrata.

 

Secondo i parametri scientifici, il 5% di proteine non sarebbe dovuto essere sufficiente a garantire un buono stato di salute. Eppure i ratti che avevano avuto quella quantità, non solo non avevano sviluppato il cancro, ma apparivano anche in ottima salute e con il pelo lucido, attivi e vitali nelle loro gabbie.

Il Dr. Cambell e la sua equipe continuarono gli esperimenti,  variando le quantità di alfatossina e altri parametri, ed infine fecero lo studio più significativo: Il test dose-risposta.

Somministrarono agli animali diete al 4-6-8-10-12-14-16% di proteine e osservarono come essi reagivano agli effetti dell’alfatossina.

Finché le proteine nella dieta erano un 10% delle calorie totali, non si sviluppava alcun tumore, ma per valori maggiori si aveva lo sviluppo del cancro.

Poiché la proteina usata per gli esperimenti era la caseina (che costituisce l’87% delle proteine del latte di mucca) gli studiosi vollero vedere che cosa accadeva se si utilizzavano proteine della soia o del grano sempre al 20%.

Il risultato li lasciò perplessi: I ratti con una dieta al 20% di proteine vegetali non svilupparono il cancro.

 

Questi primi esperimenti riguardavano un solo tipo di tumore al fegato,  indotto da un cancerogeno, e sono esperimenti condotti su animali. Non dimostrano ancora che la caseina sia la causa del cancro, ma solo che a certe dosi ne promuove la crescita, mentre questo non avviene con le proteine vegetali.

Si tratta quindi di studi preliminari che però mostrano un aspetto significativo: una dieta a basso tenore proteico non favorisce lo sviluppo di un tumore nei ratti, anche se questo è stimolato da un potente cancerogeno.

Per scoprire che cosa accade negli esseri umani il Dr. T Colin Campbell prese parte al famoso “The China Study”uno dei più importante studi epidemiologici mai realizzati di cui parlerò in un nuovo post.