Circa metà della popolazione americana dichiara di avere la pelle sensibile, lamentando sensazione di prurito, arrossamenti o bruciore, apparentemente non imputabili a nessuna causa particolare.

Questo problema sembra diffuso anche in Giappone e in Europa, soprattutto tra la popolazione femminile e sembra sia dovuto ad un indebolimento della barriera cutanea che non riesce più a proteggere la pelle da agenti ambientali potenzialmente irritanti che causano delle reazioni infiammatorie.

 

 

Nel 2011 è stato pubblicato uno studio in cui viene dimostrato che la supplementazione con olio di lino diminuisce la sensibilità della pelle, migliorando la barriera protettiva cutanea.

Lo studio, durato 12 settimane, è stato fatto su un gruppo di donne che presentavano una pelle secca e sensibile. Ad una metà è stato dato mezzo cucchiaino di olio di lino, mentre all’altra metà, senza che lo sapesse, dell’olio di cartamo.

Per valutare la sensibilità della pelle, i ricercatori hanno cosparso gli avambracci delle donne con una sostanza irritante, riscontrando, dopo tre mesi, una significativa diminuzione degli arrossamenti nel gruppo che aveva assunto olio di lino rispetto al gruppo del cartamo.

La pelle in tutte le donne trattate con olio di lino, risultava anche più idratata e liscia rispetto alla condizione iniziale.

 

Quest’olio  ricavato dai semi di lino, è un alimento ricco di acido α-linolenico attraverso cui il nostro corpo è in grado di produrre la famiglia degli Ω3 che sono grassi essenziali, indispensabili per la nostra salute, che devono essere assunti con il cibo.

A partire da questo precursore il nostro organismo sintetizza i grassi a catena più lunga  EPA e DHA  che normalmente si trovano nel pesce. Per questo i semi e l’olio di lino rappresentano, insieme ad altri alimenti come le noci, la fonte di questi grassi essenziali per i vegetariani e vegani.

 

I semi di lino,  devono  essere macinati o masticati per poterne assimilare tutti i nutrienti., A differenza dell’olio non perdono le loro proprietà con il calore e gli omega 3 in essi presenti, non vanno distrutti neanche dopo un lungo periodo di conservazione.

L’olio, viceversa, è molto delicato.

Il procedimento di estrazione deve essere rigorosamente a freddo, così come il trasporto e la conservazione. Una volta aperto, deve essere consumato in tempi piuttosto brevi. L’esposizione alla luce o al calore, determina il deterioramento degli Ω3, e l’olio acquisterà un odore di pesce.