Un milione di donne ogni anno si ammala di tumore al seno, e sebbene le prospettive di sopravvivenza siano decisamente migliorate rispetto al passato, il numero di casi di tumore al seno non sembra diminuire.
Diventa allora molto importante comprendere quali sono i fattori di rischio, e uno di questi sembra essere il consumo insufficiente di fibre.
In uno studio dell’università di Yale, dove si confrontano le abitudini alimentari di donne sane e donne che hanno sviluppato un tumore al seno, emerge che quelle che mangiano più fibre si ammalano meno. La probabilità di ammalarsi diminuisce del 62% nelle donne in pre-menopausa, mentre nelle donne giovani la riduzione del rischio di malattia risulta addirittura dell’ 85%.
Altri studi prospettici hanno raggiunto la medesima conclusione: le fibre hanno un effetto protettivo sul nostro organismo.
Ogni 20 g di fibre al giorno è associato con una diminuzione del 15% di rischio di cancro al seno.
Ma quale può essere il motivo che rende le fibre così importanti per la nostra salute?
In uno studio pubblicato nel 2011 intitolato “Dieta e livelli ormonali”, gli studiosi hanno confrontato i livelli di estrogeni nel sangue delle donne con o senza tumore al seno. Come ci si aspettava, i livelli di estradiolo nel sangue delle donne colpite dal tumore al seno sono più alti rispetto a quelli delle donne sane.
Ma lo studio ha anche esaminato la correlazione tra dieta e livelli ormonali, e si è potuto notare come le donne con i livelli di estrogeni più alti erano tutte onnivore, mentre quelle con gli ormoni più bassi erano vegetariane. Gli studiosi hanno concluso che le fibre possono abbassare i livelli di estrogeni nel nostro corpo.
Quando gli ormoni sono in eccesso infatti, vengono riversati nell’intestino dove si legano alle fibre e vengono eliminati con le feci.
Affinché l’eliminazione sia efficace, il transito intestinale deve essere veloce ed efficiente. Se gli ormoni permangono nell’intestino troppo a lungo, infatti, vengono riassorbiti dalle pareti intestinali e tornano a circolare nel nostro organismo. Ecco allora che le fibre diventano importanti.
Le donne vegetariane hanno dei livelli di estrogeni minori perché consumano più fibre, e di conseguenza producono più materiale fecale, ottenendo un’eliminazione degli estrogeni maggiore. I nostri scienziati, ovviamente, non si sono accontentati di fare questa semplice deduzione, ma hanno preso un gruppo di donne, le hanno dotate di appositi contenitori ermetici e ghiaccio secco per poter raccogliere le feci nelle 24 ore, e hanno misurato il contenuto di estrogeni nel materiale a disposizione.
Il risultato dello studio è che nelle 24 ore, le donne vegetariane eliminano più del doppio degli estrogeni rispetto alle onnivore.
Per milioni di anni i nostri antenati hanno seguito una dieta a base prevalentemente vegetale. Non siamo stati programmati per mangiare il cibo dei fast food, o per i cibi ad alta densità calorica, ma per le fibre. Si stima che nel paleolitico gli esseri umani mangiassero circa 100 g di fibre al giorno, mentre oggi la dieta moderna spesso non raggiunge i 15 g .
Aumentando il consumo di prodotti vegetali nella nostra dieta, potremmo diminuire un po’ il consumo di prodotti di origine animale, e questo apporterebbe un doppio beneficio. Infatti esistono più di una dozzina di studi che ci dicono che c’è una correlazione tra l’assunzione di grassi saturi ( che si trovano nei prodotti animali) e il rischio di cancro al seno.
Potremmo introdurre più spesso i legumi, mangiare più cibi integrali e consumare più frutta e verdura, avvinandoci ai 30 g consigliati dagli esperti. O magari spingerci in terreni inesplorati, raggiungendo i 47 g dei vegani o i 59 g dei vegani salutisti!
Qualunque sia la nostra scelta possiamo essere certi che aumentando le fibre nella nostra dieta abbiamo fatto la cosa giusta per migliorare la nostra salute.