Durante la Prima Guerra Mondiale, fu imposto al popolo danese un severo sistema di razionamento dei viveri che ridusse l’apporto di carne, latticini, grassi e alcolici. Non furono fatte restrizioni per orzo, pane, patate e verdure. In quel periodo la Danimarca raggiunse il più basso tasso di mortalità nella sua storia.
Similmente, in Inghilterra e in Galles, durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale, la mortalità causata dal diabete di tipo 2 diminuì drasticamente, a seguito di un limitato accesso ai cibi animali e ai grassi, per poi aumentare quando quei cibi tornarono ad essere di nuovo disponibili in tempo di pace.
Ai nostri giorni, nei paesi industrializzati come gli Stati Uniti e l’Europa, le principali cause di morte e malattia sono patologie croniche la cui causa comune è da ricercare nello stile di vita.
La ricca dieta Occidentale, che enfatizza l’uso di prodotti animali (carne, pesce, uova, e latticini), prodotti raffinati e industriali ricchi di grassi e zuccheri, promuove infatti aterosclerosi, patologie vascolari, diabete di tipo 2, diversi tipi di cancro e disordini autoimmuni.
Queste patologie stanno aumentando in tutti i nuovi paesi industrializzati come quelli del Centro e del Sud America e dell’Asia, perché anche essi stanno adottando lo stile alimentare Occidentale.
Il problema potrebbe essere ridotto notevolmente eliminando i cibi di provenienza animale e i grassi vegetali dalla dieta, e rimpiazzando questi cibi con una dieta vegetale a basso contenuto di grassi, come accade in una dieta vegan-low fat.
Alcuni studiosi hanno voluto vedere che cosa accade ai pazienti che seguono una dieta di questo tipo. Per questo hanno raccolto i dati di 1615 persone che hanno partecipato al McDougall Program, tra il 2002 e il 2011.
Il McDougall Program, è un programma dietetico supervisionato da personale medico, della durata di 10 giorni che si tiene ogni anno in un hotel a Santa Rosa (California).
I pazienti devono seguire per 10 giorni una dieta a basso contenuto di grassi (meno del 10% delle calorie totali), basata unicamente su prodotti vegetali, per lo più integrali. L’equipe del programma ideato dal Dr. McDougall, è costituito da dietisti, medici, psicologi, personal trainer e insegnanti di cucina.
Al loro arrivo i pazienti vengono sottoposti a visite mediche in cui si effettuano misurazioni circa il peso, la pressione arteriosa, la glicemia, il colesterolo e il rischio cardiovascolare. Una volta chiaro il quadro clinico di ciascuno, si può iniziare con il programma.
I pazienti possono partecipare a corsi di cucina, lezioni di psicologia sulle tecniche di gestione del peso, e fare attività fisica leggera o moderata. Inoltre visitano ristoranti per scoprire quali cibi salutari possono ordinare, e vengono accompagnati al super mercato per imparare a fare una spesa sana.
I cibi che vengono serviti sono preparati usando solo ingredienti vegetali, senza aggiunta di grassi ( olio di oliva, mais, girasole, di lino o colza). Gli ingredienti principalmente usati sono prodotti amidacei come grano, farina, mais, riso, avena, orzo, quinoa, patate, patate dolci, fagioli, piselli e lenticchie con l’aggiunta di frutta fresca e verdure non amidacee (verdi, gialle e arancioni).
I grassi rappresentano circa il 7% delle calorie totali, le proteine il 12% e i carboidrati l’81%.
I pasti vengono serviti al buffet, e i partecipanti possono mangiare a sazietà.
Dopo 7 giorni di dieta, i pazienti hanno perso in media 1,4 kg di peso, il colesterolo totale si è ridotto mediamente di 22 mg/dl, la pressione massima (sistolica) si è abbassata di 8 mm Hg e la minima (diastolica) di 4 mm Hg.
La glicemia si è ridotta di 3 mg/dl e i pazienti che avevano avuto un rischio cardiovascolare maggiore del 7,5%, nei 10 anni precedenti, dopo 7 giorni di dieta lo avevano ridotto al 5,5%.
Gli studiosi hanno concluso che una dieta vegetale a base di amidi, seguita per 7 giorni modifica in modo significativo tutti i parametri che vengono usati per predire il rischio cardiovascolare e le patologie metaboliche.