Nonostante i numerosi progressi della scienza medica e della farmacologia, la prima causa di morte nel nostro paese, e nella maggior parte dei paesi occidentali, è ancora l’infarto. Ogni anno vengono spesi 650 milioni di euro per gli interventi cardiochirurgici, e oltre 5 miliardi di euro per i farmaci cardiovascolari (che sono i più usati) con una copertura da parte del Sistema Sanitario Nazionale di quasi il 93% della spesa sanitaria.

In Italia, le malattie cardiache causano il decesso del 43% dell donne e del 35% degli uomini, guadagnando il triste primato di essere il killer numero uno non solo nel nostro paese, ma anche in Europa e ovviamente negli Stati Uniti.

Che ci crediate o meno, questa grave patologia, insieme ad altre malattie croniche, è strettamente legata allo stile di vita.

Un numero impressionante di studi ha dimostrato come le patologie coronariche, insieme a ictus, cancro ( il killer numero 2), e diabete di tipo 2, sono fortemente influenzate da 4 fattori: il cibo, il fumo, l’attività fisica e il controllo del peso corporeo. Questo significa, che le nostre scelte di vita hanno forti ripercussioni sulla salute.

Per anni abbiamo creduto che l’essere malati o sani, dipendesse principalmente dai nostri geni. In questo modo abbiamo pensato che il nostro destino fosse in qualche modo già scritto, e che poco si poteva fare. Ma la realtà è che nella maggior parte dei casi, se la nostra salute vacilla, è una nostra responsabilità.

I nostri geni infatti, sono responsabili delle principali cause di morte solo per un 10-20%, troppo poco per spiegare i tassi di mortalità per cardiopatia e cancro nel nostro paese.

Gli studi di migrazione hanno sempre confermato che il problema non è nei geni, ma nello stile di vita. Prendete delle persone di un paese come il Giappone, a basso rischio di cardiopatia, e portatele negli Stati Uniti, dove il tasso di mortalità per questa patologia è molto elevato. Vedrete come il rischio di sviluppare questa patologia aumenterà nella misura in cui queste persone abbandoneranno le loro abitudini, per uniformarsi a quelle del nuovo ambiente.

Non fumare, essere magri, fare almeno 30′ di attività fisica ogni giorno, e mangiare sano (più frutta, verdure, cereali integrali, meno cibi raffinati e proteine animali) secondo gli studiosi sono i 4 fattori che maggiormente aiutano a prevenire le principali malattie croniche.

In questo modo è possibile scongiurare il rischio di diabete di tipo 2 del 95%, e di cardiopatia del 80%. Possiamo ridurre del 50% il rischio di ictus e di 1/3 il rischio di cancro.

Se pensate che queste 4 norme, siano troppo difficili da seguire, non scoraggiatevi. Non è necessario cambiare tutte le vostre abitudini in un solo giorno. Anche seguendo una sola di queste buone abitudini, è possibile ridurre il rischio di mortalità precoce del 40 %.

E se pensate che una vita sana implichi scelte troppo estreme, pensate che cosa voglia dire fare un intervento a cuore aperto: ecco una cosa veramente estrema!